Informazioni per la stampa

In questa sezione troverete una bio-bibliografia e alcuni comunicati stampa relativi a mie pubblicazioni o spettacoli.

Giovanni Nadiani è nato nel 1954 a Cotignola (Ra). Ha frequentato le scuole a Faenza e dal 1985 vive a Reda di Faenza. Dopo la laurea in Lingue Letterature Straniere Moderne presso l’Università di Bologna, ha insegnato per molti anni nelle scuole superiori e, successivamente, presso le Università di Trieste, di Bologna e di Modena e Reggio-Emilia. Dal 2001 svolge attività di ricerca e di insegnamento presso la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori dell’Università di Bologna sede di Forlì.
Ha pubblicato alcune monografie e diversi saggi su questioni di teoria e pratica della traduzione letteraria e multimediale, su lingue e generi testuali minoritari.
Per Mobydick ha pubblicato le raccolte poetiche e’ sech (1989); TIR (1994), parti delle quali sono confluite nell’antologia personale Feriae, Marsilio (1999); Beyond the Romagna Sky (2000); le raccolte di storie brevi Nonstorie (1992); Solo musica italiana (1995); Flash – Storie bastarde (2004); i CD poetico-musicali Invel (1997), realizzato con la band di blue-jazz Faxtet e la chitarrista Ingeborg Riebesehl, e Insen… sempre coi Faxtet e l’attrice Angela Pezzi. Cinque pometti dal titolo Sens sono stati pubblicati dall’editore Pazzini (2000). Del 2002 è il monologo teatrale Förmica – Flusso d’in-coscienza, mentre del 2005 è il doppio album di monologhi sulla musica dei Faxtet Romagna Garden – caBARet (Mobydick). Del 2004 è il volume di liriche Eternit® (Editore Cofine, Roma).Per l’editore Bacchilega – Sette Sere ha pubblicato nel 2006 il CD S-cen/People – DialetCabaret. Sempre col Faxtet per Mobydick ha pubblicato nel 2007 i CD-libro di poesie sonore in musica Best of e’ sech.
Per la sua attività poetica ha ottenuto diversi premi (“Lanciano”; “Bologna”; “S.Vito”, “Bergamo”, “Ischitella”, “Pascoli”, “Noventa”, “Marin” ecc.). In qualità di traduttore ha curato, tra l’altro, le opere di numerosi poeti e narratori tedeschi, neerlandesi e di varie aree linguistiche minoritarie. Per tale attività l’AITI (associazione Italiana Interpreti e Traduttori) gli ha conferito nel 1999 il “Premio San Gerolamo”. Dirige il quadrimestrale letterario “Tratti” e la rivista online di studi sulla traduzione “InTRAlinea” [www.intralinea.it].

ROMAGNA GARDEN

Con GIOVANNI NADIANI & FAXTET

Giovanni Nadiani: voce recitante
Andrea Bacchilega: batteria e percussioni
Guido Leotta: sax e flauto
Fabrizio Tarroni: chitarre
Alessandro Valentini: trombe e flicorno

Sette storie brevi, ambientate nella Romagna di oggi; un’antropologia mutante raccontata in lingua italiana ed in dialetto. Personaggi di mezza età della provincia romagnola, spaesati nel presente tele-pubblicitario, dove si mastica l’anglo-italiano come un chewing-gum. Un mondo illuso da luccicanti promesse di felicità, immerso in un abbandono sconsolato.
Nadiani, poeta dell’oralità, osserva questa sofferta contemporaneità e la racconta con il filtro di un’ironia amara, a tratti davvero comica, com’è tipico del linguaggio dialettale.
La sua voce dialoga con il sound dei Faxtet, un quintetto di blue-jazz, con venature etniche e funky. Anche la loro musica parla di una modernità in cerca di radici.

INSEN…ZUSAMMEN
[Insieme…]

di Giovanni Nadiani & Faxtet con Angela Pezzi

È possibile una poesia dalla nominazione feriale e bassa, di pensiero presente e critico che, affermando la continuità della memoria contro il propagandato oblio della storia, si confronti con le stridenti contraddizioni dell’oggi? Una poesia che, dando vita a una polifonia di lingue e suoni, suggerisca utopisticamente la possibilità di una convivenza nella diversità di una koinonia, di una fratellanza in un’alterità che ci sottrae la nostra proprietà soggettiva per una dato (donato) oggettivo più grande?

Dopo l’esperienza della non-appartenenza e dello spaesamento, dell’immersione nei notturni e sfregiati paesaggi sonori di Invel [In nessun luogo, CD/libro, Mobydick 1997], è questa la sfida che il battito dei versi a cascata di Giovanni Nadiani (recitati dall’autore e da Angela Pezzi del Teatro Due Mondi) e l’empaticamente drammatica e ironica sensibilità musicale della band blue-jazz Faxtet lanciano col denso e stratificato poemetto in musica Insen… [Insieme…, CD/libro, Mobydick 2001], a forte vocazione orale, proprio nel tentativo di “parlare” (e non solo di “scrivere”), del reale inverato, dei corpi reali, di uscire dal privato verso una traccia antropologica collettiva negata dal fagocitante individualismo.

Prendendo le mosse dall’indignazione per l’assuefatta indifferenza (il grande, subdolo nemico di questi pingui tempi) verso la menzogna di guerre falsamente umanitarie, anche a poca distanza da noi, e intrecciandola allegoricamente con alcuni elementi a sfondo autobiografico (il rapporto d’amore tra un romagnolo e una tedesca, figli della generazione vittima della tragedia della Seconda Guerra Mondiale), l’autore dipana in cinque movimenti e in versi prosastici dai repentini scatti lirici – tra dialetto (la Romagna/Italia), italiano (l’altrove/Germania) e altri linguaggi; tra radici di carne e luogo e una precarizzata esistenza intellettuale (nella fattispecie di un traduttore e di una musicista) – il racconto di una faticosa speranza: anche dall’odio e dal dolore può scaturire la scintilla, apparentemente assurda e irrazionale, di un incontro, di una nuova vita condivisa nella differenza.

[English version]

INSEN…TOGETHER

After exploring feelings of being outcast and estranged, swallowed up by the sounding disfigured night landscapes of Invel (Nowhere, CD/book, Mobydick 1997), Giovanni Nadiani has produced a dense, stratified poem, set to music and entitled Insen… (Together…, CD/book, Mobydick 2001), which combines the beat of unrolling verse (recited by the author himself and Angela Pezzi from Teatro Due Mondi) and the dramatic, ironical musical sensitivity of the blues-jazz band Faxtet. The poem is strongly meant to be an oral piece, in the very attempt to “speak” (not only to “write”) of reality come true, of real bodies, so as to go from privacy towards a communal anthropological dimension, which is denied by absorbing individualism.

The poet’s inspiration is his indignation at acquired indifference (the great, sly enemy of these fat times) towards the hypocrisy of falsely humanitarian wars, which wage even close to home. This feeling is allegorically interwoven with some autobiographical background elements (the love affair between a Romagnol man and a German woman, both children of the generation tragically involved in the Second World War). The poem unwinds in five movements of prose-like verse which suddenly jumps between dialect (Romagna/Italy), Italian (the elsewhere/Germany) and other languages; between flesh roots and an increasingly precarious intellectual existence (namely, that of a translator and a musician) – the story of a tough hope: even hatred and pain can, albeit absurdly and irrationally, spark off a meeting, a new life shared in the difference.

Is it possible to write poetry with simple everyday language and current critical thought which, while fighting to keep memories alive against the displayed oblivion of history, is able to deal with today’s striking contradictions? A kind of poetry which, by setting up a polyphony of languages and sounds, suggests the utopia of living together in the difference of a koinonia, of a brotherhood looking outwards where our own true intimacy is replaced with a greater objective truth?

S-CEN/PEOPLE PERSI IN UNA LINGUA DA BAR
DIALETKABARETT

Nell’attività letteraria di Giovanni Nadiani, autore di numerosi volumi di poesie, racconti, prose brevi, traduzioni e opere teatrali, che hanno ottenuto nel corso degli anni vari riconoscimenti (tra cui Premio Lanciano, 1991 e 1996; Premio San Gerolamo per la Traduzione 1999; Premio Navile Città di Bologna, 2000; Premio Ducato Città di Bergamo 2002; Premio Inedito S. Vito al Tagliamento 2002; Premio Noventa-Pascutto 2004 e 2006; Premio Ischitella 2004; Premio Pascoli 2006) assume particolare importanza una sorta di meticciamento linguistico e dei generi. Sia che si tratti di narrativa e prosa breve in lingua italiana (Nonstorie, 1992; Solo musica italiana, 1995; Flash – Storie bastarde, 2004; tutti volumi editi da Mobydick o, più frequentemente, di poesia in dialetto (Feriae, 1999, Marsilio), da sempre Nadiani si confronta con la trasfigurazione paesaggistica, linguistica e antropologica della Romagna, metafora di una certa modernità che si ritrova a molte latitudini. E da sempre egli ha privilegiato una scrittura fortemente caratterizzata dall’oralità, che col passare del tempo ha assunto aspetti indiscutibilmente teatrali. Questi elementi sono confluiti dapprima nel monologo delirante Fòrmica – Flusso d’incoscienza (2001, Mobydick), e successivamente in Romagna Garden – CaBARet (2005, Mobydick) un doppio album animato dalle musiche della band di blue-jazz Faxtet (con cui Nadiani aveva già inciso in passato i poemi in musica Invel,1997; e Insen, 2001, Mobydick) che presentava sette “storie”, sotto forma di monologhi e dialoghi, di personaggi di mezza età incapaci di raccapezzarsi nel mondo in cui sono nati e divenuto, anche proprio in loro, irriconoscibile. Sulla falsariga di questa forma di “scrittura orale”, di storie da dirsi ad alta voce, Nadiani ha dato vita ora a tutta una galleria di S-cen (persone) che si ritrovano a vivere in un presente che indossa i lustrini del linguaggio sincretico anglo-italiano della televisione, di Internet e della pubblicità e che cerca di nascondere in tutti modi le ferite inferte a una varia umanità che, dedita alla ricerca di una pseudo-felicità a ogni costo, si ritrova immersa nella più sconsolante solitudine o assenza di comunicazione. I toni usati da Nadiani per cogliere questa contemporaneità sfregiata sono pertinenti a un’ironia amara, che spesso sconfina nel comico inteso come forma sovversiva assoluta e messa in mora delle forme razionali, basata sull’incontro/scontro di lingua e dialetto (la lingua da bar) ad attraversare i “ragionamenti” ad alta voce dei personaggi, presi e persi nel conflitto tra i sessi o tra le generazioni, tra l’ipermodernità e un’inconscio desiderio di una qualche identità.

Il CD-Rom Prosa breve tedesca – Il movimento della traduzione costituisce un approccio originale alla “preparazione”, presentazione e fruizione della letteratura e della traduzione con strumentazioni informatiche.
La struttura portante del CD-ROM – nell’attuale realizzazione dedicato all’opera di tre importanti prosatori brevi tedeschi d’oggi, ma adattabile a qualsiasi materiale letterario (e non solo) in qualsiasi lingua – si basa su osservazioni empiriche relative alle abitudini di lettura allo schermo e alla possibilità da parte di un lettore “competente” in una data lingua straniera di fruire in modo nuovo di testi letterari digitalizzati in lingua originale e in traduzione italiana a fronte sfruttando le potenzialità ipermediali. Tra l’altro egli può ascoltare durante la lettura la viva voce degli autori (o del traduttore) facendo un’esperienza di lettura diversa. L’elemento, per così dire “rivoluzionario”, è costituito però dalla possibilità del lettore di poter scrivere in tempo reale sullo schermo la propria traduzione, di attualizzare quella proposta o di sostituirla per intero con la propria e di confrontarla con quella proposta. Ciò è reso possibile da un accorgimento informatico sviluppato a partire da una riflessione teorica e terminologica che sottolinea la centralità della ricezione di un’opera (in questo caso della traduzione) per il suo farsi, derivata da una rilettura del famoso scritto di Walter Benjamin L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.

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