Come si nota, il titolo di questa sezione è in tedesco. Molti dei miei testi scritti per essere detti, spesso accompagnati dalla musica, si avvicinano infatti a una concezione di cabaret come essa si è venuta a sviluppare in area tedesca e nordeuropea più che a quella vulgata ad ogni ora del giorno e della notte da qualsiasi emittente radio-televisiva, a base di forzosa e becera comicità raskiabidet.
A questo proposito riporto due citazioni contenute anche nella custodia del doppio Cd Romagna Garden, presentato più sotto:
“A differenza del comedy, il cabaret non è soltanto politico-sociale, ma anche fondamentalmente sovversivo. Pone delle questioni, analizza criticamente, allude, stimola la riflessione, ma è pure capace di bonario raggiro, di parodia e spesso, nonostante lo spirito e l’intrattenimento, ti soffoca il riso in gola” (Volker Pispers)”.
“Oggi che la comicità è ovunque […] si capisce quale abissale distanza vi sia tra l’idea del comico pensato non solo come genere letterario, bensì come forma sovversiva assoluta e messa in mora delle forme razionali, e la comicità quale mezzo per far cassetta o, peggio ancora, come sistema consolatorio di un’intera società che cerca di ridere continuamente di se stessa incapace di vedersi allo specchio se non attraverso le fattezze edulcorate e normative dei propri comici, siano essi una maschera televisiva o un politico che racconta barzellette” (Marco Belpoliti)
Giovanni Nadiani
PIADINA BLUES – Altre storie da CaBARet
DISCANTI EDITORE (2012), pag. 124. €. 12,00
ISBN: 978-88-95432-16-8
[Nota editore] Se si dice “Romagna” si pensa a un Eldorado della tradizione, imbevuto di sole, campi fertili, mare, liscio, gente allegra e buona cucina; e, nello stesso tempo, a una terra dominata dai culti pagani del cibo, del vino e del sesso.
Ma la Romagna di oggi è davvero ancora così, ammesso che così sia stata in un indefinito passato? La risposta, Nadiani, ce la fornisce raccontando, con la perizia dell’antropologo e l’arguzia dell’indigeno, un convincente numero di “scene” tratte dalla realtà romagnola quotidiana.
Si “scopre” allora che in Romagna si chatta, che il nostro vicino ha trovato moglie (rigorosamente straniera) grazie alla Rete, che i romagnoli sono ormai irrimediabilmente alle prese con cellulari, redditometri, open day, catastrofi di borsa, chirurgia plastica, privacy e password. Incontriamo in queste pagine badanti ucraine in carriera, persone affette da mal d’outlet, altre che dissertano di social (anzi soc-mal) network.
Senza dimenticare, però, le vecchie sane pratiche: l’amore per il cibo, l’amore e basta, la passione per il ballo, la propensione verso gli aspetti materiali della vita e quella scaltrezza che – in un rocambolesco ribaltamento dei ruoli – consente al vecchietto di truffare la finta promotrice finanziaria venuta a buggerarlo.
Tanti piccoli pezzi di quel teatro che è il mondo, insomma, raccontati nella lingua madre (il romagnolo, ovviamente, con traduzione a fronte), per ridere un po’ amaro e riflettere su dove stiamo andando, noi romagnoli/italiani, a tempo di blues.
Giovanni Nadiani
LOW SOCIETY – Storie da CaBARet
CartaCanta Editore, pag. 144; € 15,00 ISBN: 978-88-96629-19-2
[Nota editore]
Con il caratteristico stile ibrido, “bastardo” che da tempo contraddistingue la “scrittura orale” di Nadiani, Low Society presenta il meglio dell’ironica “bassa società” disegnata dalla penna pungente dello scrittore romagnolo: una serie di storie da dirsi ad alta voce dal tono cabarettistico interpretate direttamente dall’autore, incentrate su una variegata galleria di common people che si ritrovano a vivere in un presente che indossa i lustrini modaioli del linguaggio sincretico anglo-italiano della televisione, di Internet e della pubblicità (dall’autore definito anglobo) e che cerca di nascondere in tutti modi le ferite inferte a una varia umanità che, dedita alla ricerca di una pseudo felicità a ogni costo, si ritrova immersa nella più sconsolante solitudine o assenza di comunicazione. I toni usati da Nadiani per cogliere questa contemporaneità sfregiata sono pertinenti a un’ironia amara, che spesso sconfina nel comico inteso come forma sovversiva assoluta e messa in mora delle forme razionali, basata sull’incontro/scontro di lingua e dialetto (la lingua da bar) ad attraversare i “ragionamenti” ad alta voce, le ossessioni (lo sport, il sesso, il denaro, l’apparire, il senso della vita ecc.) dei personaggi, presi e persi nel conflitto tra i sessi o tra le generazioni, tra l’ipermodernità e un inconscio desiderio di una qualche identità.
Giovanni Nadiani
S-CEN/PEOPLE (DialetCabaret)
(CD-libro)
Sette Sere – Bacchilega Editore
€ 5,00
[nota editore]
Con questa forma di “scrittura orale”, di storie da dirsi ad alta voce dal tono cabarettistico, Nadiani ha dato vita a tutta una galleria di S-cen, di persone, di common people che si ritrovano a vivere in un presente che indossa i lustrini del linguaggio sincretico anglo-italiano della televisione, di Internet e della pubblicità (da Nadiani definito anglobo) e che cerca di nascondere in tutti modi le ferite inferte a una varia umanità che, dedita alla ricerca di una pseudo-felicità a ogni costo, si ritrova immersa nella più sconsolante solitudine o assenza di comunicazione. I toni usati dall’autore faentino per cogliere questa contemporaneità sfregiata sono pertinenti a un’ironia amara, che spesso sconfina nel comico inteso come forma sovversiva assoluta e messa in mora delle forme razionali, basata sull’incontro/scontro di lingua e dialetto (la lingua da bar) ad attraversare i “ragionamenti” ad alta voce, le ossessioni (lo sport, il sesso, l’apparire, il senso della vita ecc.) dei personaggi, presi e persi nel conflitto tra i sessi o tra le generazioni, tra l’ipermodernità e un inconscio desiderio di identità.
Giovanni Nadiani & Faxtet
ROMAGNA GARDEN (caBARet)
(monologhi in jazz)
Mobydick Editore
Collana “CARTA DA MUSICA”, 15
pp. 24 (& doppioCompact disc), Euro 22,00
ISBN 978.88.8178.308.8
[nota editore]
Giovanni Nadiani, poeta, narratore, traduttore che ha ricevuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero, chiude con questo doppio album la trilogia di letteratura in musica aperta nel 1997 con Invel e proseguita, nel 2001, con Insen (entrambi pubblicati per Mobydick, e sempre arricchiti dalle note originali del Faxtet, quintetto di blue-jazz che vanta altre collaborazioni – su cd e sul palco – con scrittori e attori come Lucarelli, Paolo Nori, Rigosi, Aldo Gianolio, Ivano Marescotti, Matteo Belli e Ferruccio Filipazzi). Un percorso, quello di Nadiani, che utilizza la sua versatilità multilingue (italiano, dialetto romagnolo, tedesco, inglese, francese) per raccontarci in modo spassoso e drammatico la necessità di radici, l’immenso bluff di una finta globalizzazione che ci lascia comunque soli di fronte ai grandi interrogativi esistenziali. I suoi personaggi – spaesati, inutilmente infuriati, fatalmente ironici seppur sconfitti – risultano indimenticabili. Eccellente scrittore, Nadiani qui si dimostra anche grintoso interprete capace d’interagire al meglio con le composizioni del Faxtet – che non si limita a un mero accompagnamento, contribuendo in modo determinante alla riuscita del disco (e dell’omonimo spettacolo disponibile a richiesta: c/o Mobydick 0546 681819).